ISTITUZIONI

L’archivio di governo Giorgio F. Siboni

All’indomani della conclusione della guerra di successione austriaca, il Ducato di Milano si trovò interessato da un sistematico intervento concepito da parte della cancelleria di Corte e Stato della monarchia asburgica. Obiettivi erano la razionalizzazione dei tribunali di giustizia e di quelli camerali, il risanamento delle finanze e la centralità del governo del territorio, in rapporto alle scrupolose prerogative gelosamente esercitate dal patriziato milanese. Nei decenni centrali del XVIII secolo il processo di rinnovamento riflesso da Vienna non mancò di ravvisare nella sistemazione degli archivi magistratuali un sicuro strumento che avrebbe dato supporto amministrativo e concretezza metodica al più generale progetto di riforma, affermando al contempo l’arsenale della sovrana autorità superiore. Sulla scia dei ricorrenti mutamenti dell’assetto giurisdizionale, ulteriormente, gli archivi degli uffici attribuiti allo Stato arrischiavano un consistente pericolo di manomissione e dispersione.
Differenti operazioni vennero pertanto apportate, prima su singoli depositi documentali – si osservino a titolo di modelli l’archivio della Cancelleria e del Castello, quello del Senato, l’erezione del pubblico archivio notarile e l’equilibrio dei fondi camerali – e quindi, successivamente, i depositi dei dicasteri di governo furono per buona parte collettivamente concentrati in un archivio governativo istituito nell’ultimo ventennio del Secolo presso le sale, già gesuitiche, di San Fedele. La necessaria continuità nella unificazione conservativa delle differenti unità di scritture venne assicurata dalla conduzione di un metodo ordinativo per materia che, distinguendosi in titoli dominanti e titoli subalterni, rimirasse la compagine degli affari che costituivano gli «usi d’uffizio» analitici delle pratiche. Per dare forma a tale finalità, l’edificazione dell’impiantito fu affidata a individui esperti della pratica ordinativa, della amministrazione risalente del Ducato e delle esigenze specificate dalla cancelleria asburgica. I delicati compiti di avvio e di conduzione furono in particolare attribuiti al funzionario Ilario Corte (1723-1786), zelante tecnico di fiducia, in grado di contribuire in modo efficace al programma di rinnovamento orchestrato da Vienna.

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