ISTITUZIONI

Il venerando spedale Maggiore di Milano:
Luoghi, medicina, amministratori, benefattori Paolo M. Galimberti

L’ospedale Maggiore di Milano è il risultato della riforma quattrocentesca che aveva concentrato decine di istituzioni medievali in una realtà unica, centralizzata per l’estensione della Diocesi. Lo stesso fenomeno, diffuso in gran parte dell’Italia padana, si verifica a Pavia, Lodi, Como, Crema, Cremona, Mantova. Peraltro alcuni nosocomi mantengono una propria autonomia, come ad esempio avviene a Monza, Vimercate o Codogno.
L’aspetto qualificante degli ospedali “maggiori” è la trasformazione, nell’età moderna, da luoghi di semplice assistenza e accoglienza ai poveri, in centri di cure mediche; trasformazione che verrà amplificandosi nel corso del Settecento.
Per quanto riguarda l’amministrazione non si segnalano novità di rilievo fino all’ultimo quarto del secolo, quando anche l’Ospedale viene investito dalle riforme modernizzatrici teresiane e giuseppine. Ricordiamo innanzitutto la creazione voluta da Maria Teresa con decreto del 5 settembre 1780 della “Pia casa degli esposti e partorienti di Santa Caterina alla ruota”, che sostituiva il “quarto delle balie”, e presso la quale fu trasferita anche la Regia Scuola di ostetricia voluta dalla medesima imperatrice nel 1767. Sempre nel 1780 gli alienati mentali vengono trasferiti al palazzo della Senavra dall’antico ospedale di San Vincenzo, destinato ad accogliere la “Pia casa di lavoro volontario”.
Diciotto Deputati si alternavano annualmente nel Capitolo che gestiva l’Ospedale, scelti per le loro competenze e capacità, espressione dei Corpi cittadini e sottoposti all’approvazione dell’arcivescovo. Diversi di loro furono anche benefattori dell’Ente, come Battista Nava Landriani, Antonio Parravicini, Francesco Lampugnani, Antonio Melzi, Alessandro Parravicini, Attilio Lampugnani Visconti, Paolo Recalcati Cernuschi, Giuseppe Pestagalli, Carlo Arconati Visconti. Un ‘Luogotenente governativo’ vigilava sull’amministrazione; nel corso del Settecento ricoprono tale carica: Francesco Corio Visconti, Giovan Battista Secco Borella di Vimercate, Giuseppe Maria Stampa di Soncino, Giuseppe Arconati Visconti, Girolamo Cusani, Antonio Recalcati, Gaspare Medici di Melegnano.
In un più ampio quadro di razionalizzazione dell’assistenza, il 6 maggio 1784 l’imperatore Giuseppe II istituisce la “Giunta per le Pie Fondazioni” e sopprime il Capitolo ospedaliero, sostituendolo con un Amministratore unico; per converso viene creata la Direzione Medica, che proseguirà le sue funzioni nei secoli seguenti. Il secondo Direttore medico, Bartolomeo De Battisti, modernizza il funzionamento dell’ospedale e nel 1790 pubblica l’innovativo regolamento “Piano disciplinare per lo Spedal Maggiore di Milano e pe’ suoi annessi”. All’Ospedale, nel 1785, viene anche accorpato il Luogo Pio di Santa Corona.
Per la disposizione di Giuseppe II del 23 agosto 1784, che prevedeva lo spostamento dei cimiteri al di fuori delle mura, viene dismesso il “foppone” di San Michele ai nuovi sepolcri, in funzione dal 1700 e ampliato tra 1719 e il 1731. Nel 1787 la parrocchia ospedaliera è soppressa e accorpata a San Nazaro.
Dall’ospedale continua invece a dipendere il Lazzaretto, anche se pressoché inutilizzato dopo la pestilenza del 1630. Ribattezzato “Campo della Federazione della repubblica Cisalpina” o “Campo di Marte” il 21 messidoro anno V (9 luglio 1797) ospitò alla presenza di Napoleone la grande celebrazione per la fusione di Repubblica Cispadana e Cisalpina.
Presso l’ospedale sono in funzione scuole di anatomia, medicina, chirurgia, chimica, ostetricia, le cui cattedre furono rette da Guglielmo Patrini, Bernardino e Pietro Moscati, maestri di Giovan Battista Palletta e Giovan Battista Monteggia, a loro volta famosi clinici. Di Pietro Moscati si ricordano anche le ricerche meteorologiche e sulla salubrità dell’aria. Le Scuole ospedaliere vennero soppresse nel 1786 a favore dell’Università di Pavia, e ripristinate nel 1791, limitatamente a tre cattedre.
La galleria di ritratti, iniziata nel 1603 e tuttora in accrescimento, mostra le fisionomie dei benefattori (tra i quali si annoverano anche membri del Capitolo e arcivescovi), proponendo una vivida rappresentazione della società e della cultura milanese. L’itinerario presenta anche una selezione relativa all’attività assistenziale dell’Ospedale e alle architetture nella quale essa si è svolta.

SFOGLIA LA GALLERY