PERSONE E PERSONAGGI

Cesare Beccaria (1738-1794) Maria Gigliola di Renzo Villata

IL CAFFÈ, OVVERO UN PERIODICO ILLUMINISTICO ESPRESSIONE DELLO SPIRITO RIFORMISTICO LOMBARDO

Pubblicato dal giugno 1764 al maggio 1766, in fogli periodici preventivati in uscita ogni dieci giorni, il 1°, il 10 e il 20 di ogni mese, al prezzo di abbonamento in uno scudo all’anno, stampatore dapprima Gian Maria Rizzardi di Brescia, poi Giuseppe Galeazzi di Milano, poi riunito, nel complesso in due tomi.
È il frutto di un progetto editoriale dei fratelli Pietro ed Alessandro Verri, a cui contribuirono Cesare Beccaria e il gruppo di intellettuali collegato all’Accademia dei Pugni. I fondatori del Caffè, aristocratici di nascita ma tendenzialmente ‘ribelli’ nei confronti del sistema e delle generazioni, le precedenti, si fanno corifei degli slanci riformistici, diffusi anche fuori d’Italia, che invocavano un cambiamento culturale, sociale ed economico, volto a una modernizzazione delle istituzioni e ad una razionalizzazione della pesante macchina statale coeva. Riempirono le colonne del Caffè, con numerosi contributi, soprattutto Pietro Verri, Alessandro Verri, Cesare Beccaria e altri illuministi lombardi come Sebastiano Franci, Giuseppe Visconti, Alfonso Longo. La critica del diritto ‘tradizionale’ è svolta non da Beccaria ma dai fratelli Verri mentre Beccaria scrive di diversi temi, come del contrabbando o dei Fogli periodici, o della lingua, con la sua Risposta alla Rinunzia, che dava seguito alla Rinunzia … al Vocabolario della Crusca, di Alessandro Verri, dimostrando il suo favore per una libertà di espressione.

__ Francioni 1998; BNB